Uomini e Sogni: la funzione di “realtà” del sogno

Il webinar si terrà su Zoom Martedì 18 maggio alle ore 18:00

Per iscriversi: https://formazionecontinuainpsicologia.it/corso/uomini-e-sogni-la-funzione-di-realta-del-sogno/

Nel webinar presento il libro “Uomini e Sogni” dove racconto delle storie cliniche che esprimono la profonda verità contenuta nell’immagine poetica del “flowerpolypus” di T.S Coleridge. Attraverso il racconto clinico ho cercato di mostrare come si sviluppa fino alle sue estreme conseguenze la funzione di “realtà” del sogno.

S.T. Coleridge credeva che i sogni non fossero ombre ma vere e proprie sostanze (“Dreams with me are no Shadows, but the very Substances and footthick Calamities of my Life”… “As I live and am a man, this is an unexaggerated Tale-my Dreams became the Substances of my Life”). Aveva paura della notte (“Nigth is my hell” ): il suo incubo era quello di cadere preda dei sogni che temeva come un qualcosa di reale tanto lo facevano stare male fisicamente, procurandogli una vera e propria malattia.

Provando a spiegare questa sostanzialità dei sogni, Coleridge in un primo momento ha utilizzato l’immagine di un pendolo autocosciente e animato che si muove tra due modalità dell’immaginazione, quella notturna e quella diurna (“Shall I try to image it to myself, as an animant self-conscious pendulum, continuing for ever its arc of motion by the for ever anticipation of it?”. Poi, forse per escludere la scomparsa, anche solo momentanea, di una delle due lungo una porzione dell’arco del movimento, e per rendere meglio (or like some fairer, in maniera più giusta) non solo l’idea dell’oscillazione tra le due polarità dell’immaginazione ma anche quella di una loro reciproca inclusione, ha pensato di ricorrere all’immagine del polipo fiore (“flowerpolypus” ), una specie di anemone marino polyp form che fa parte del philum Cnidaria (la famiglia dei celenterati ).

Coleridge utilizza l’immagine di questo flowerpolypus per spiegare la relazione dell’immaginazione notturna con la “real affection”, (“I fall asleep night after night watching that perpetual feeling, to which Imagination or the real affection..” ): “ la vita in fiore al centro del polipo fiore, una vita dentro la vita, e che costituisce una parte della vita, la include. Una coscienza dentro una coscienza; esse tuttavia si penetrano a vicenda: ciascuna delle due possiede sia se stessa che l’altra, distinte benché indivisibili ”. Anticipando di più di due secoli la psicoanalisi contemporanea sul sogno questo geniale poeta e pensatore coglie la natura e la relazione tra le sue matrici: la principale manifestazione dell’immaginazione notturna conserva al suo centro l’attività immaginativa del giorno e viceversa; la mente notturna e quella diurna sono profondamente compenetrate l’una nell’altra.